Non c’è dubbio: la palma di primo designer etico, decisamente in anticipo sui tempi, va assegnata a lui. Victor Papanek, nato nel 1923 in Austria ed espatriato negli Stati Uniti nel 1939 a causa delle persecuzioni naziste, rimane una delle figure chiave per lo sviluppo di un design socialmente ed ecologicamente orientato, attento alla sostenibilità, alla giustizia sociale, all’inclusione e alle esigenze reali delle persone. Non a caso il suo testo fondamentale – uscito nel 1971 e ancora oggi il libro più letto mai pubblicato sul design – si intitola proprio “Design for the Real World”.

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Design for the real real world

Pubblicato nel 1971, Design for the Real World suscitò da subito vivaci polemiche e grandi entusiasmi, imponendosi con particolare successo negli ambienti della controcultura statunitense. Oggi, a distanza di cinquant’anni, si può considerare un classico: tradotto in ventitré lingue, è uno dei libri di design più letti al mondo e rimane un punto di riferimento indispensabile per interrogarsi intorno alle capacità trasformative – a livello ambientale, politico e sociale – della progettazione industriale.Contro l’idea che il compito del designer sia quello di creare sempre nuovi bisogni, a costo di immettere sul mercato oggetti scadenti, inutili o pericolosi, Papanek rivendica la necessità di una democratizzazione del lavoro di progettazione e di un approccio responsabile al design, in grado di fronteggiare i lati oscuri e le contraddizioni dello sviluppo.

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SINOSSI

Libro: Designer for the Real World

«Ogni uomo è designer. Tutto ciò che facciamo è quasi sempre design, proprio perché il design sta alla base di ogni attività umana. >La pianificazione e l’attuazione, secondo un modello prefissato, di qualunque gesto tendente a un fine desiderato costituiscono il processo di progettazione. Qualsiasi tentativo diretto a isolare il design per renderlo autosufficiente lavora in senso opposto al valore intrinseco del progetto, inteso come matrice primaria della vita».

AUTORE

Victor Josef Papanek 22 Novembre 1923 / 10 Gennaio 1998

Austriaco di nascita, di fronte alla persecuzione nazista Papanek fuggì negli Stati Uniti nel 1939. Dopo avere intrapreso la carriera di designer industriale, negli anni Sessanta sviluppò una critica al consumismo che lo avrebbe reso famoso in tutto il mondo. Questa posizione venne riflessa anche nei suoi progetti, che sviluppò spesso insieme ai suoi studenti o ai suoi collaboratori, tra cui televisioni e radio per i paesi africani, veicoli elettrici, il Fingermajig, un oggetto progettato per stimolare il senso del tatto (1965 -1970), e la serie Living cubes del 1973, mobili che possono essere assemblati dall’utente, modificabili in base alle esigenze.
Tenne conferenze nelle università di tutto il mondo, ispirando generazioni di studenti, e promosse instancabilmente un dibattito sociale più ampio sul design attraverso strumenti di comunicazione di massa come la televisione.Nel 1961 iniziò a moderare una serie televisiva trasmessa in tutti gli Stati Uniti che contribuì notevolmente a diffondere i principi del design sociale.
Oltre a Design for the real world, scrisse anche i libri How things do not work (Come le cose non funzionano, 1977) e Design for human scale (Il design su scala umana, 1983) che cementarono la sua reputazione di pioniere del design alternativo.

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